Lavori in convento 2023
Inizio avvento 2022, io mi trovavo a Trento per un ritiro vocazionale, al tempo vivevo già in convento a Treviso come aspirante. La mattina del sabato mi viene comunicato che ci sono da fare dei lavori con i ragazzi universitari: si fa colazione tutti insieme e poi si parte. C’è da spostare la biblioteca del convento dal secondo al primo piano, buttando via ciò che è fatiscente oppure inutile.
In quel periodo ero in crisi, fare dei lavori assieme ai ragazzi mi ha fatto bene. Credo sia scontato il fatto che i lavori venivano fatti con entusiasmo. Tra i ragazzi c’erano temperamenti diversi: chi più socievole e accogliente, chi più lavoratore e riservato, ma tutti accomunati dal desiderio di fare del bene. E ognuno si è impegnato ad accogliere l’altro per come ha potuto.
La mattinata è passata veloce, permettendomi di conoscere e creare una prima relazione con ragazzi che in seguito avrei reincontrato una volta trasferitomi alle Laste. Il fare del bene insieme è un ottimo modo per creare amicizia, soprattutto per coloro che come me sono riservati e hanno bisogno di tempo per entrare in confidenza con persone nuove.
La mattinata di lavori è finita con un buon pranzetto insieme, anche esso preparato da volontari legati al nostro convento. E io sono rimasto contento del momento passato tutti assieme.
Questa è la mia prima esperienza dei lavori in convento con gli universitari. In seguito ci sono state altre occasioni del genere, con uno schema organizzativo simile. I ragazzi non si sono mai tirati indietro di fronte alle varie incombenze. Persino avvolte, conclusa la mattinata di lavori, alcuni hanno continuato a operare pur di portare a termine ciò che era incompleto. Insomma, straordinari non richiesti ma sicuramente graditi.
Questi momenti hanno anche fornito opportunità di mettere in discussione me stesso. Un esempio: durante una mattinata di lavori c’è stato un ragazzo (si dice il peccato non il peccatore, anche perché è meglio che sua mamma non lo sappia) che spostava mobili sporchi indossando un giubbotto che porta in occasioni solenni. L’accaduto buffo mi ha fatto pensare che ho un rapporto morboso con il pulito e che mi farebbe bene vivere più serenamente sotto questo punto di vista.
La cosa che mi ha colpito maggiormente dei ragazzi è la loro costante presenza nel nostro convento per i vari impegni: servizi alla messa, coro, attività con gli studenti delle medie e superiori, lavori e altro. Ho avuto proprio l’impressione che considerino il convento la loro seconda casa. A tutti un grazie per la loro generosità.