Racconto di mesi in Romania
VISĂTOR
6 anni e 4 mesi.
Quando inizia realmente un’esperienza di volontariato?
Nel momento della partenza dal tuo paese?
Nel momento dell’atterraggio nel nuovo stato?
Nel momento dell’acquisto del biglietto aereo?
Oppure nel momento in cui nasce il desiderio di partire?
Nel giugno del 2018, di ritorno dal mio primo viaggio in Romania, ha avuto inizio il mio sogno: donare un anno della mia vita per un’esperienza di volontariato. Non so ancora oggi cosa sia successo in quella singola settimana trascorsa al Villaggio dei Ragazzi di Ciocanari, ma mi ha stravolto la vita. Continuavo a sentire una vocina che mi chiamava, che mi chiedeva di fare i bagagli, prendere tutto e partire.
Tuttavia, ero troppo giovane. Quell’anno avrei iniziato la quarta superiore: era troppo presto per partire. Decisi quindi di mettere in pausa quel sogno. Dovevo prima terminare gli studi e non aveva senso perdere tempo a farmi castelli in aria per qualcosa che, forse, non si sarebbe mai realizzato.
A fine anno scolastico mi venne proposto di partecipare alla Tabăra Itinerante.
In quell’occasione ebbi la possibilità di conoscere i ragazzi rumeni del Movimento Ecclesiale Carmelitano, di stringere nuove amicizie e di innamorarmi di panorami mozzafiato e di una cultura così vicina, ma al tempo stesso così distante dalla nostra da risultare incredibilmente affascinante.
La cosa che più mi rimase impressa di quell’esperienza, però, fu una frase detta da un mio compagno: “Una cosa così bella non può terminare in una settimana”.
Tornato a casa, non avevo più dubbi: VOLEVO PARTIRE.
Avrei finito le superiori e sarei partito.
Spoiler: non andò così.
Purtroppo, la situazione a Ciocanari era cambiata e, per il 2020-2021, non era previsto l’invio di volontari. Quel sogno era destinato a restare tale, senza trasformarsi in realtà.
A quanto pare, quella cosa così bella durava davvero solo una settimana.
Iniziai l’università. La mia vita, però, sembrava essersi spenta. Non riuscivo più a essere gioioso, non riuscivo più a essere felice. Avevo bisogno di quel sogno. Avevo bisogno di continuare a sperare che, prima o poi, sarebbe diventato realtà.
A quel punto, sono iniziati tre anni – la durata dell’università – in cui ho avuto l’opportunità di discernere questo desiderio e di arrivare alla fonte di quel fuoco che ardeva in me. Non è stato un periodo facile: momenti di entusiasmo, grazie alle tabăre estive, si alternavano a inverni in cui vedevo tutto grigio. Mi sono stati particolarmente d’aiuto le attività di Apriti al Mondo, grazie alle quali sono arrivato alla consapevolezza che il mio sogno di partire non era legato a un luogo specifico – il Villaggio dei Ragazzi di Ciocanari – ma piuttosto al desiderio di mettermi a disposizione degli altri, di vivere un anno di volontariato, o meglio, un anno di servizio.
Non era nemmeno passata una settimana da quando avevo capito che il luogo non era importante, che ciò che davvero desideravo era vivere un anno di servizio, quando il telefono ha squillato. Era Stefania: “Ciao Marco, ci siamo confrontati molto con Mara e Franț e abbiamo pensato di proporti di andare a Ciocanari.”
27 febbraio 2024
Sono passati 5 anni e 8 mesi da quel giugno in cui tutto è cominciato, ma finalmente ce l’ho fatta: sono in Romania, sono a Ciocănari.
La mia esperienza inizia subito a mille, con tante proposte e attività da fare, insieme allo studio della lingua rumena con Sorin, o come era stato ribattezzato: “Un bel vecchio”.
I motivi per cui mi trovo qui sono molteplici, ma ce n’è uno in particolare: coltivare il rapporto di amicizia con i ragazzi rumeni legati al movimento, che avevo conosciuto nelle tabare.
Per fortuna, il primo passo non tocca a me farlo, perché, su invito degli altri tre volontari già presenti nel villaggio – Elisa, Francesco e Vladimir – sono venuti tutti quanti a festeggiare con noi il Mărțișor (la festa di inizio primavera), animando un pomeriggio di giochi per i bambini dei villaggi vicini: Ciocănari, Niculești e Movila.
A quanto pare, io e Maddalena, che è arrivata lì assieme a me, siamo arrivati proprio al momento giusto, con l’arrivo del caldo e l’ottimo lavoro svolto da Elisa e Francesco durante l’inverno, sembra che le attività del sabato con i bambini diventeranno centrali nella nostra esperienza.
Per fortuna, l’invito a queste attività è aperto anche ai ragazzi rumeni, permettendoci di avere un giorno fisso alla settimana per vederci e passare del tempo insieme.
Poco lontano da dove vivo c’è il convento di Snagov, dei Padri Carmelitani Scalzi, un luogo fondamentale per la mia esperienza. Non solo mi dà la possibilità di partecipare alla Messa domenicale, ma soprattutto mi offre l’opportunità di stare con le persone che ci vivono: Tarcisio, Damiano, Marco e Mihai. Sono loro il mio rifugio nei momenti di sconforto o di ingiustizia, perché, attraverso i loro consigli – che a primo impatto sembrano sempre troppo duri – riesco a ricordarmi il motivo per cui sono qui e chi mi ha chiamato in questo posto.
I primi mesi passano. Purtroppo, Vladimir decide di tornare in Italia prima del previsto e non ho l'opportunità di conoscerlo bene, ma tutto il resto va a gonfie vele.
Grazie alle lezioni di Sorin sto imparando la lingua, anche se non come vorrei, ma per fortuna Elisa e Maddalena sono molto brave.
Le attività con i bambini procedono bene e sto riuscendo a condividere con loro una mia passione: ballare!
Con i ragazzi stiamo riuscendo a vederci anche durante la settimana. Purtroppo non con tutti, perché alcuni lavorano a Bucarest, ma con George, Mădălin, Adi, Cosmin e Cornel sì, dato che per loro sono “solo” 30 minuti di macchina da Ciocănari al loro lavoro.
L’estate passa tra tante attività e tanto lavoro, perché per mantenere dieci ettari di villaggio il lavoro non manca mai. Ciò che manca, invece, è un po’ d’ombra, e le alte temperature si fanno sentire eccome.
Arriviamo quindi a metà settembre: l’inizio della fine della mia esperienza. Elisa è tornata a fine agosto e Maddalena da qualche giorno. Anche Francesco partirà a breve e il villaggio passerà da avere quattro volontari ad averne soltanto uno. I pensieri sono tanti e in contrasto tra loro, ma prendo la decisione di anticipare la mia partenza, inizialmente prevista per la fine di gennaio, a fine di ottobre.
Le emozioni non sono delle migliori e ormai tante attività, soprattutto quelle con i bambini, non si possono più fare, perché da solo è impossibile.
È proprio in questo momento che mi rendo conto dell’importanza dei legami che ho stretto con i ragazzi rumeni, in particolare con Andreea, George, Andrei, Mădălin e Lorena: non mi hanno mai fatto sentire solo. Ogni weekend, nonostante la stanchezza e la distanza, erano da me.
Mi sono sentito molte volte solo nella mia esperienza, o anche inutile, ma mai nel mio ultimo mese, da quando i miei amici sono diventati una famiglia.
6 anni e 4 mesi
Vorrei concludere con le parole di una canzone, la stessa che ha ispirato il titolo della mia testimonianza.
Visător
Un om a zis "Dacă vrei să vezi zile mai bune" Un uomo ha detto: "Se vuoi vedere giorni migliori,
Tu fii schimbarea ce vrei s-o vezi în lume Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo".
Tu spui că sunt, tu spui că sunt… Tu dici che sono, tu dici che sono…
Un visător Un sognatore.
Dar lasă-mă așa Ma lasciami così,
Te rog, nu mă schimba Ti prego, non cambiarmi.
Visător, mi-e bine în lumea mea Sognatore, sto bene nel mio mondo.
Visător, sunt doar un visător și de ar fi să mor Sognatore, sono solo un sognatore e, se dovessi morire,
Visător, tot am să învăț să zbor Sognatore, imparerò comunque a volare.