Stop the war now!
Quinta carovana della pace 30 marzo – 4 aprile 2023
All’inizio di marzo arriva dall’associazione Papa Giovanni XXIII l’invito a partecipare a questa carovana. Per me è stata una chiamata! Quindi una volta arrivato il placet dalla famiglia e dal lavoro, con C’è Campo ci siamo da subito attivati facendo una raccolta generi di prima necessità, raccolta fondi e ricerca di compagni di viaggio sondando tra le varie associazioni trentine. La mattina del 30 partiamo da Trento io e Giulio di Operazione Colomba APG24 con un furgone carico di 700kg di generi di prima necessità e un generatore di corrente, tutto materiale donato da molte persone private, associazioni, enti ecclesiali e in parte acquistato dalla ns associazione. In provincia di Vicenza prendiamo a bordo anche Umberto, anche lui fa parte Operazione Colomba APG24, che ci stava aspettando con due grandi generatori di corrente. Nel giro di poco siamo a Padova dove troviamo schierati trenta furgoni provenienti da tutta Italia carichi come il nostro. Qui abbiamo appuntamento con Dino, un neo pensionato Torinese che si unirà a noi e troviamo anche l’equipaggio dei nostri amici di Punto Missione (BS) con i quali percorreremo molti km assieme.
Dopo la conferenza stampa, a metà mattina parte ufficialmente la carovana della pace, obiettivo raggiungere la frontiera ungherese entro l’orario di coprifuoco. Dopo un viaggio di 1000 km arriviamo verso le 22,30 alla frontiera ungherese di Berehove, qui le guardie controllano tutto impiegando 20 min. a furgone. Così, noi assieme agli ultimi due furgoni ci troviamo a girare per la cittadina alle 2,30 in cerca di un hotel per passare la notte. Ne troviamo uno che ci accoglie tutti calorosamente. Da questo momento in poi comincerà tutto un mescolarsi di rapporti e amicizie che ci accompagnerà e si rafforzerà durante le prossime giornate di carovana. Il giorno dopo viaggiamo ancora per 800km e l’organizzazione consiglia di soggiornare a Uman. Qui troviamo una città spettrale, usciamo per cenare, ma troviamo solo un ristorante aperto, che però in vista del coprifuoco ci consegna del cibo d’asporto che poi consumeremo in stanza tra i racconti di questo intenso viaggio. La mattina seguente partiamo tutti in fila con destinazione Odessa che raggiungiamo nel giro di poche ore, qui troviamo il primo chek point, ma passiamo senza problemi. Nella piazza davanti al sindacato ritroviamo tutti i furgoni schierati (vedi foto) e noi del 18 assieme ad altri equipaggi prepariamo un banchetto alimentare conviviale che ci ha permesso di stringere amicizia con molti. La situazione era surreale, ci rendevamo conto che eravamo tutti in viaggio per portare solidarietà al popolo ucraino, ma nello stesso tempo avevamo voglia di conoscerci e scambiare esperienze tra di noi. Finita la conferenza stampa ci siamo spostati verso l’ospedale infantile di Odessa dove la Cei ed altre associazioni hanno donato un grosso generatore di corrente per alimentare la struttura ospedaliera. Qui abbiamo trovato anche gli amici della carovana Fly, quelli arrivati in aereo che poi proseguiranno il loro viaggio a bordo dei nostri automezzi. Ora eravamo davvero molti e qui padre Piotr direttore della Caritas di Odessa, terrorizzato ci invitava non fare foto e disattivare i gps! Bisognava assolutamente prendere queste precauzioni perché il generatore è un obiettivo sensibile e all’interno dell’ospedale c’erano un centinaio di bambini. Se fosse geolocalizzato dai russi… e mentre l’interprete pronunciava queste parole il mio sguardo e le mie attenzioni già stavano cambiando, mi sono detto: Diego, è finita la gita, siamo in guerra! La carovana ancor più corposa, riprende il suo viaggio e in un paio d’ore arriviamo a Mykolaiv. Qui veniamo accolti presso il centro dove sono ospitati i volontari di operazione colomba APG23. Subito cominciamo a scaricare i furgoni e formando una allegra catena umana lungo le scale stiviamo tutto al terzo piano della stabile. Nel frattempo, le persone del centro allestiscono una cena all’aperto. Consumiamo cibo locale in un clima conviviale e a seguire viene improvvisato un piccolo concerto di canzoni prevalentemente italiane che ha ravvivato la serata. Per la notte noi assieme ad altri 70 siamo ospitati in un grande salone di un istituto scolastico, anche qui prima di addormentarci allestiamo un banchetto alimentare creando un bellissimo clima amichevole.
La mattina seguente ci siamo recati in chiesa per la celebrazione della Domenica delle Palme. Dopo la messa sono state organizzate alcune videochiamate con alcune autorità ecclesiastiche, tra cui anche il cardinale Zuppi presidente delle Cei. Ritornati al Centro abbiamo distribuito dei sacchetti viveri ad un centinaio di persone. Pranzo con specialità Ucraine, e nel pomeriggio visita ad alcuni punti di distribuzione acqua potabile formati da pozzi con impianti di dissalazione donati da alcune associazioni italiane presenti. Più tardi ci spostiamo in un quartiere di periferia dove in una piazza contornata da grigi condomini improvvisiamo una festa, con distribuzione di beni di prima necessità, musica, canti a squarciagola, balli, palloncini per i bambini…mescolandoci alla gente locale che era scesa in strada. E’ stato un momento particolarmente forte sia per noi che per il popolo ucraino. Siamo arrivati in quella piazza non come tante singole persone, ma grazie ai momenti conviviali organizzati durante il viaggio ormai ci conoscevamo tutti ed eravamo lì a rappresentare un esercito di pace, e questo le persone presenti lo hanno intuito. Per farvi capire meglio il nostro operato, concludo con le parole di Maxim membro del consiglio comunale di Mykolaiv: Quando non c’è stata l’acqua per mesi interi abbiamo dovuto fare la spola e andare al fiume. Per ogni nucleo familiare si riusciva a raccogliere 5 lt d’acqua che servivano a lavarsi. Quando non c’è stata corrente per diverso tempo eravamo costretti ad uscire dal Centro al buio, camminare al buio, arrivare nei nostri appartamenti accendere una candela e trascorrere così la serata. Ci sono stati momenti in cui non potevamo neppure chiamare i nostri cari per sapere se stavano bene perché non potevamo ricaricare i telefoni. Quando non c’è corrente per tanto tempo non puoi neppure fare rifornimento perché non ci sono le pompe funzionanti per estrarre il gasolio dal distributore. E quello che succede è che tu passi tanto tempo in casa a sentire il rumore delle esplosioni, e in quei momenti lì ti senti particolarmente solo. È stato in un momento come questo che siete arrivati voi e avete chiesto: “Di cosa avete bisogno?”.
La prima risposta naturale è stata l’acqua. Incredibilmente, dopo un mese di collaborazione, adesso abbiamo 8 punti di distribuzione già funzionanti. Nonostante questi aiuti siete tornati e avete chiesto di nuovo: “Come possiamo aiutarvi?”. Vi abbiamo detto che avevamo bisogno di generatori, e oggi avete portato tra le altre cose tanti generatori. Anche se ora la situazione è calma, sappiamo che le cose sono in continuo cambiamento, in evoluzione e quindi potremmo tornare a vivere nella difficoltà. Ieri sera quando è stato improvvisato il concerto è stata la prima volta che ho percepito una sensazione di tranquillità, come se la guerra non ci fosse. La stessa cosa mi è stata riferita sia dalle persone del Centro, sia dalle persone che erano presenti oggi al concerto in piazza. Ci sono molti donatori, molte associazioni, molti partner che donano dei fondi e ci dicono: “perfetto ve li abbiamo dati, portate avanti le attività” e non vengono mai a vederle. Voi siete gli unici che decidono di venire in un numero così grande qui a far presenza, a vivere con noi, a fare esperienza di tutto quello che anche noi viviamo. Siete gli unici, e vi ringraziamo molto per questo vostro impegno. Ci sarebbero molti altri aneddoti da raccontare anche durante il viaggio di rientro, come i momenti condivisi con i padri carmelitani a Berdychiv o l’udienza con il vescovo greco cattolico e suoi collaboratori a Ivano-Frankivs’k, ma quello che volevo evidenziare è la vita che c’è stata tra i membri della carovana che una volta arrivata a destinazione si è unita al servizio dei fratelli ucraini diffondendo una ventata di solidarietà e di pace.